Musica antica a San Quirico

Chiesa di San Quirico

21 settembre 20.00

Recital di liuto

In programma opere di Johann Sebastian Bach

21 settembre 20.00

Entrata

intero Fr 25.- / ridotto 15.- / gratis < 25

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Le opere per liuto di Johann Sebastian Bach 

Le sette composizioni comunemente chiamate opere per liuto di Johann Sebastian Bach, malgrado più di un secolo di studi approfonditi, non sembrano voler svelare completamente il mistero della loro genesi, della loro reale destinazione strumentale e della concezione bachiana dello strumento, che nella sua ultima evoluzione organologica continuava, dopo quasi tre secoli di gloria, a riscuotere attenzioni del più alto lignaggio musicale.L’unica certezza è che esse sono effettivamente di Bach, e non lavori apocrifi come parte di quelli che si trovavano nel Vol. 45 della prima “Bach Gesellschaft”, pubblicato nel 1897, quando queste sette composizioni furono stampate per la prima volta.  

Nel corso del Settecento il liuto affronta, in quasi tutta l’Europa, una fase di declino che l’avrebbe portato alla definitiva scomparsa dalla scena musicale alla fine del secolo; al contrario, in Germania esso conobbe un’imponente fioritura che fu il presupposto per la nascita del più cospicuo lascito germanico alla letteratura dello strumento. La fiorente scuola di liutisti tedeschi del XVIII secolo, diretta discendente della scuola francese del Seicento della quale adotta l’innovativo accord nouveau (in re minore nel primi sei cori del registro acuto e poi sette cori diatonici nel registro basso scordabili secondo la tonalità), fu altamente virtuosistica e ricca di nomi che andarono ben oltre la semplice fama locale, primo fra tutti Silvius Leopold Weiss (1687-1750). Fu quindi naturale che un musicista del livello e della sensibilità di Bach si interessasse allo strumento, tanto più che egli si trovò più volte a contatto con liutisti di grande levatura. Lipsia, dove Bach trascorse gli ultimi 27 anni della sua vita, era infatti sempre stata un centro di grande attività liutistica fin dal XVI secolo, e nella città egli ebbe numerosi contatti sia professionali sia amichevoli con musicisti la cui attività era in qualche modo legata al liuto. In questo periodo Bach utilizzò il liuto anche in composizioni di grande respiro come le prime versioni della Johannes–Passion BWV 245 e della Matthäus–Passion BWV244 e nella Trauer Ode BWV 198. 

Fra i tanti liutisti conosciuti da Bach, tra i quali ci fu anche Silvius Leopold Weiss e il suo allievo Johann Kroppffangs, assume una certa importanza, più per la stretta familiarità con Bach che per la sua arte musicale, visto che non ci è pervenuta alcuna sua composizione liutistica, Johann Christian Weyrauch (1694-1771), amico personale del Kantor, liutista ed avvocato, cui sono attribuite due redazioni in intavolatura di composizioni bachiane. 

Nei due brani che furono certamente destinati al liuto, BWV 995 e 998, giunti autografi con esplicita indicazione della destinazione strumentale, vi sono diversi aspetti che fanno intuire che Bach avesse una generica conoscenza delle possibilità dello strumento e del suo idioma ma che non ne avesse una pratica diretta tale da consentirgli di redigere un testo eseguibile in tutti i particolari. Per questa ragione un’esecuzione su strumenti d’epoca impone all’esecutore una revisione strumentale riguardante soprattutto la disposizione degli accordi, la gestione dei bordoni del registro basso e infine, in due casi, un indispensabile cambio di tonalità. Le intavolature pervenute della Suite BWV 995 (forse redatta da Adam Falckenhagen), della Partita BWV 997 e della Fuga BWV 1000 sono una testimonianza di questa procedura, anche se nulla prova che Bach le abbia condivise. 

Delle sette composizioni per liuto di Bach soltanto tre ci sono tramandate autografe: la Suite in sol minore BWV 995 e il Preludio, Fuga e Allegro in mi bemolle maggiore BWV 998 con indicazione esplicita della destinazione strumentale, e infine la Partita in mi maggiore BWV 1006a priva di frontespizio e senza indicazioni sullo strumento per la quale fu concepita. Le altre composizioni sono tutte tramandate attraverso copie destinate a strumenti a tastiera o attraverso intavolature per liuto. L’attribuzione di queste ultime al liuto è dovuta, nel caso del Prélude in do minore BWV 999, ad un’indicazione esplicita del copista e, nel caso della Partita in do minore BWV 997 e della Fuga in sol minore  BWV 1000, all’esistenza della stesura in intavolatura di Johann Christian Weyrauch; nel caso della Suite in mi minore BWV 996, invece, l’attribuzione al liuto è priva di fondamento: si tratta palesemente di un errore musicologico generato dalla pubblicazione 1897.  

La Partita BWV 997 è tramandata in 17 manoscritti, di cui soltanto quattro, destinati al clavicembalo, sono attribuibili alla cerchia di Bach cioè a copisti ed allievi di Bach. In più è pervenuta una redazione in intavolatura intitolata Partita al Liuto dovuta a Johann Christian Weyrauch. Quest’ultima versione risulta però in soli tre movimenti, una Fantasia (identica al Prélude), una Sarabande e una Gigue mentre la lunga Fuga e il Double sono omessi, probabilmente a causa dell’eccessiva complessità per il liuto di questi due movimenti. Opera della maturità – viene infatti datata tra il 1738 e il 1741- nelle versioni clavicembalistiche questa suite assume il titolo di Sonata che più si addice al carattere del brano. Questa Partita presenta una imponente Fuga tripartita con Da capo, forma rara nell’opera di Bach ma presente nelle sue composizioni per liuto ben due volte (BWV 998). 

Il titolo originale di Preludio, Fuga e Allegro BWV 998 -“Prelude pour la luth ò Cembal. par J. S. Bach” – sottolinea il corpo unico costituito da questa composizione risalente al periodo 1740-45. La doppia destinazione strumentale evidenzia ancora una volta la scarsa preoccupazione dell’autore per l’aderenza alle reali possibilità del liuto.  

Frédéric Zigante 

Evangelina Mascardi è considerata una tra i migliori liutisti attivi nel panorama concertistico internazionale. Nata a Buenos Aires nel 1977 si è diplomata in chitarra classica e ha cominciato giovanissima la sua attività concertistica. Nel 1997 si è trasferita in Europa per studiare liuto presso la Schola Cantorum Basiliensis (Svizzera) dove ha ottenuto nel 2001 il “Solisten Diplom”. Per oltre un decennio ha suonato come continuista diretta, tra gli altri, da Jordi Savall (Hespèrion XXI), Marc Minkowsky (Les Musiciens du Louvre), Andrea Marcon (Venice Baroque Orchestra), Giovanni Antonini (Giardino Armonico), Chiara Banchini (415), Alfredo Bernardini (Ensemble Zefiro), Sir John Eliot Gardiner  (Monteverdi Choir) e Simon Rattle (Berliner Philarmoniker), con i quali ha registrato oltre 30 CD. Sempre accolta da critiche positive, si è esibita da solista in importanti festival europei e ha dedicato cinque incisioni solistiche a musiche di Johann Sebastian Bach, Sylvius Leopold Weiss, Bellerofonte Castaldi e Laurent de Saint-Luc per la ORF-Alte Musik (2005-2011), Musique en Wallonie (2018) e Arcana (2011 e 2022). Il suo recente Album Bach Complete Lute Works ha ottenuto, tra altri riconoscimenti, il Dipason d’or assegnato dall’omonima rivista francese.  

Evangelina Mascardi insegna Liuto presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma. 

Dal 2020 è membro del Comitato scientifico del “Convegno internazionale di chitarra” (Milano) e dal 2021 del Consiglio direttivo della Società italiana del liuto.